Obbligo di nomina dell’organo di controllo e entrata in vigore delle procedure di allerta
Il Ministero della Giustizia è al lavoro per completare il Decreto Legislativo “correttivo” in materia di crisi d’impresa e insolvenza, viste le numerose richieste e critiche pervenute da parte di imprese e professionisti.
Due sembrano essere i punti cardine del decreto, come già fissato nel Dlgs n.14/2019:
- obbligo di nomina dell’organo di controllo a partire dal 16 dicembre 2019;
- entrata in vigore delle procedure di allerta a far data dal 15 agosto 2020.
Tali punti, però, presentano delle criticità e alimentano perplessità in relazione alle tempistiche.
Difatti, in relazione al primo punto, per evitare che i soggetti appena nominati vadano ad assumersi responsabilità anche per l’esercizio precedente, era preferibile far coincidere la data di obbligo di nomina con l’approvazione dei bilanci relativi all’esercizio 2019.
Mentre, con riferimento al secondo punto era preferibile un avvio graduale delle procedure di allerta, per ridurre l’impatto su potenziali costi e appesantimenti sulle imprese di minori dimensioni, che dovranno affrontare cambiamenti gestionali e organizzativi profondi, e per evitare che l’attività dell’Organismo di Composizione della Crisi d’Impresa (OCRI), che solitamente gestisce e aiuta le imprese in difficoltà, possa bloccarsi a seguito del numero eccessivo delle segnalazioni, vanificando così l’intero sistema di rilevazione anticipata.
Tale Decreto correttivo, tra l’altro, dovrebbe intervenire sulle soglie che fanno scattare lo stato di allerta esterno da parte dei creditori pubblici qualificati (Inps, agenzia delle Entrate e agente della Riscossione) e sulla rivisitazione delle regole per accedere all’Albo dei curatori, liquidatori e commissari giudiziali.
Si evidenzia come il nuovo sistema di allerta costituisca un elemento cardine della riforma varata dal Codice della crisi, atteso che dovrà permettere di rilevare in anticipo dei segnali di difficoltà e favorire l’adozione di misure tempestive, in modo tale da poter aumentare le possibilità di risanamento e di salvaguardia della continuità aziendale.
Allo stesso tempo, questo meccanismo di allerta suscita molti dubbi e perplessità, in quanto, essendo una disciplina mai contemplata fino ad oggi, potrebbe portare a diverse criticità mai affrontate prima.
Infine, soprattutto in riferimento alle procedure di allerta, ulteriori eventuali modifiche non verranno inserite nel Decreto correttivo, ma in un eventuale provvedimento legislativo da varare dopo il 15 agosto 2020: in questo modo l’ulteriore attesa di potenziali modifiche non favorisce la certezza della norma e quindi una sua più corretta applicazione.